Nella pineta di Quercianella, fra la stazione e il mare, c’è una casa incantata che sembra il set di un telefilm. Si chiama “Casa Papa Francesco”: dentro ci abitano 11 bambini e una suora, coadiuvati da una squadra affiatata di educatrici, animatrici e volontari. E’ un posto bellissimo: la casa è moderna e ristrutturata, contornata da un giardino e impreziosita dall’accesso pedonale al mare. “Non siamo una famiglia classica, con un babbo, una mamma e i figli; ma noi ci sentiamo comunque una famiglia”, racconta la capitana, suor Raffaella al momento del primo giro di nomi e della prima presentazione. Seduti sul prato in giardino ci sono i bambini della casa famiglia e una bella rappresentanza degli Allievi dell’Orlando Calcio (accompagnati dal mister e dall’allenatore in seconda) che è la squadra livornese protagonista del progetto Figc “Non Solo Piedi Buoni”. I giovani calciatori della formazione biancoblu del quartiere Corea verranno a gruppetti ogni venerdì pomeriggio qui alla casa famiglia per fare amicizia con i bambini e con gli adulti che se ne prendono cura ogni giorno. “Per dare una mano qui, ragazzi, avete l’imbarazzo della scelta”, sorride suor Raffaella: “Passando diversi venerdì pomeriggio con noi potrete imparare per esempio come si cambia il pannolino a un neonato, che è una cosa che magari fra un po’ di anni vi tornerà utile; oppure giocare con loro a pallone ed altri giochi qui in giardino, o aiutare i bambini a fare i compiti o suonare e cantare insieme a loro…”. I bambini e le bambine sembrano non vedere l’ora di testare le capacità tecniche calcistiche dei loro prossimi compagni di gioco e fratelli maggiori: “Io sono un portiere!”, si candida Irene, 8 anni. “Io invece sono bravissimo all’attacco”, si presenta Bayram. E difatti, dopo cinque minuti è già tempo di torello nel giardino della casa famiglia, con un pallone spuntato fuori a tempo di record mentre lo staff della casa famiglia allestisce una merenda in onore dei nuovi compagni di avventura dell’Orlando Calcio. I bambini ci fanno visitare la casa e ci portano a vedere tutte le camere e gli spazi comuni, consegnandoci la realtà di una casa animatissima ma anche organizzatissima, con orari precisi da rispettare (per la sveglia, lo scuolabus, i compiti, la merenda…) e ragazzini e bambini di età diverse chiamati ad aiutarsi fra di loro. Poi, nella parte finale dell’incontro introduttivo, suor Raffaella ci chiama in disparte, lontano dai bambini, per fornire ai ragazzi dell’Orlando le informazioni più delicate riguardo il gemellaggio fra Orlando Calcio e Casa Papa Francesco che sta per cominciare. “Avete visto i bimbi come sono sereni, sorridenti e pieni di gioia? Io per questi bimbi andrei pure in cielo ad acchiappare le stelle, per renderli felici. Questo posto è bello, ragazzi, e speriamo che anche voi possiate sentirvici a casa, ogni volta che ci verrete a trovare. Questi bambini hanno bisogno di aiuto e di amore perché arrivano da situazioni familiari difficilissime: i servizi sociali e i tribunali dei minorenni non è che allontanino i bambini dai genitori per motivi banali; si tratta quindi di bimbi che hanno sofferto, e che spesso continuano a soffrire quando tornano qui dopo gli incontri periodici con i loro genitori. Questo per farvi capire che il tempo e il cuore che metterete in questi incontri con noi fino a maggio hanno un valore grande. Io sono sicura che stasera quando rivedrò i bimbi senza di voi sarà tutto un parlare della vostra squadra: quando torneranno, come saranno, come giocheranno… Quindi vi aspettiamo a braccia aperte, e ovviamente da oggi faremo anche noi il tifo per l’Orlando, e qualche volta vi verremo a vedere al campo Pitto”.
Il campo Pitto è il luogo imprescindibile dove i ragazzi e mister Valerio si dirigono già subito dopo aver detto arrivederci ai bambini e a suor Raffaella. Al campo Pitto ci faccio un salto anche io, per vedere la squadra all’opera nel suo habitat naturale: un terreno di gioco glorioso, per la città di Livorno, dove non cresce nemmeno un filo d’erba e dove decine e decine di calciatori di tutte le età si alternano ogni pomeriggio dell’anno. Oggi per esempio insieme ai miei Allievi ci sono ad allenarsi i Giovanissimi e i Pulcini, e sempre nello stesso vissutissimo campo a 11 arrivano a riscaldarsi altre due squadre (Livorno 9 e Stagno) che si sono accordate per giocare qui una amichevole pre-campionato. “Hai visto che bel casino?”, mi sussurra all’orecchio Valerio, che oltre che allenare gli Allievi è un po’ il dirigente factotum di tutto l’Orlando Calcio. Valerio è un uomo di mezza età ma il suo temperamento e il suo carisma sono da vecchio saggio. “Io non so come faccia a conoscere per nome centinaia di ragazzi, come faccia a tenere tutto insieme, il suo lavoro all’ospedale, e poi tutte queste squadre…” si meraviglia ogni giorno come fosse il primo suo fratello Daniele, allenatore in seconda degli Allievi biancoblu. “Il nostro girone è tutto con squadre in provincia di Livorno. Ci sono tante squadre come noi, che hanno sede in città e che risentono di un bel “rigirìo” di giocatori che ogni anno passano con facilità dalla squadra di un quartiere a quella del rione vicino; e poi ci sono le squadre dei paesi della costa, dell’entroterra, perfino una squadra all’Elba. Noi non siamo fra le più forti ma neanche fra le più deboli. Prime dell’inizio del campionato siamo arrivati in finale in un torneo, ed eravamo in vantaggio fino a quasi il 90’. Sono orgoglioso di questi ragazzi e di questo gruppo, che ho visto crescere negli ultimi anni. La nostra società fa tanto sociale e tanta accoglienza per ragazzini di tante culture diverse che non possono permettersi la retta. Il nostro è calcio popolare nel vero senso della parola. Ma è anche un calcio che ci dà delle soddisfazioni. Sul campo di gioco, e anche sul campo della vita, dove cerchiamo di insegnare ai nostri ragazzi a giocare sempre con il cuore”.