L’allenatore Giampaolo e il dirigente Carmelo hanno convocato tutta la squadra in un parcheggio all’inizio della strada del mare. I calciatori della Juniores della Nuova Grosseto Barbanella arrivano alla spicciolata, chi col motorino e chi con la macchina, tutti con la divisa sociale amaranto della loro società di appartenenza. Sembrano pronti per infilarsi negli spogliatoi e prepararsi a scendere in campo. Solo che intorno a questo parcheggio non si vedono né palloni né rettangoli verdi. E i ragazzi difatti non hanno nemmeno i borsoni da calcio con loro. Si tratta, insomma, di un allenamento molto speciale: il primo appuntamento del progetto educativo “Non solo piedi buoni”, che propone a questi giovani atleti grossetani un percorso di amicizia e di volontariato lungo un anno presso la sede dell’associazione “La Farfalla”, specializzata in cure palliative per malati di tumore. Il progetto entra nel vivo all’inizio di questo mese, quando i ragazzi cominceranno ad alternarsi tutti i lunedì pomeriggio a piccoli gruppi in questa palazzina molto accogliente e luminosa, ma anche carica di sofferenza e di richieste di aiuto. Intanto però, nell’incontro preliminare di oggi pomeriggio, la Juniores della Nuova Grosseto si è presentata a ranghi compatti, per rompere il ghiaccio e prendere confidenza con questo luogo importante. A fare gli onori di casa è Loriana, presidente dell’associazione: una maestra in pensione che a titolo di volontariato si dedica a coordinare il lavoro di tanti professionisti (medici, infermieri, psicologi) ai quali i malati oncologici ospiti qui si affidano per le terapie. “Vi vedo così attenti e così pensierosi. Immagino che in questo momento vi starete chiedendo: ma noi ragazzi che giochiamo a pallone e che ci prepariamo a lavorare in altri campi rispetto a quello sanitario, noi qui che ci stiamo a fare? A cosa possiamo servire?”. L’interrogativo di Loriana sembra cogliere nel segno. Ma subito viene riempito dalle parole rassicuranti e fiduciose della stessa presidente della Farfalla, e anche del mister Giampaolo e di uno dei giovani calciatori. “Penso che noi, alle persone che vengono qui a curarsi, possiamo portare la nostra compagnia e la nostra amicizia, che non è poco”, argomenta l’allenatore dei ragazzi, che nella vita dirige una casa di riposo per anziani: “A seconda dell’età dei pazienti che Loriana e i suoi collaboratori ci faranno incontrare parleremo di calcio, cioè della nostra grande passione, in un modo diverso: coi più giovani parleremo di fantacalcio, mentre ai più anziani magari chiederemo di parlarci di Rivera e Mazzola. E poi a partire dal calcio parleremo di noi, e chiederemo a queste persone se vogliono raccontarci chi sono loro, per imparare un po’ dalla loro vita al di là della malattia”. Poi interviene anche Diego, uno degli attaccanti della squadra amaranto: “E’ una proposta che non ci aspettavamo. Per noi sarà una stagione ancora più piena di sfide. Già abbiamo da affrontare un campionato regionale in cui arriviamo da neopromossi, con trasferte anche di 200 km. E ora questo gemellaggio con la Farfalla…
Noi Juniores della Nuova Grosseto comunque siamo un bel gruppo: tanti di noi sono cresciuti insieme accomunati dalla stessa passione per il calcio. E’ un impegno difficile, quello che ci proponete: stare vicino a delle persone gravemente malate non è uno scherzo. Però sono le prove difficili quelle che fanno crescere, anche a livello di gruppo squadra. Penso che se riusciremo a fare amicizia con queste persone che incontreremo alla Farfalla diventeremo ancora più uniti, e questo ci servirà anche quando andremo in campo”.
Questo spirito di famiglia di cui parla Diego si percepisce facilmente anche al campo sportivo della Nuova Grosseto, dove tutti insieme ci trasferiamo alla fine dell’incontro. Il dirigente Carmelo mi carica sul pulmino e mi fa sentire subito uno di loro. “C’è un bel pezzo di sud Italia nella dirigenza della nostra società. Io sono di Catania, il presidente è di Napoli, ma anche diversi genitori dei nostri ragazzi sono nati nel mezzogiorno e si sono trasferiti qui a Grosseto da giovani: alcuni, come anche nel mio caso, per andare a lavorare nei corpi dello stato, Esercito e Aereonautica, che qui a Grosseto hanno delle caserme importanti. E’ bello questo incrocio fra Toscana e meridione che viviamo nella nostra società. C’è tanta organizzazione, c’è voglia di rinnovarsi, anche nelle strutture: per esempio il nuovo fondo del campo principale in erba sintetica, che abbiamo in programma di sostituire a breve. Però c’è anche tanto cuore, tanto senso di buon vicinato, tante porte aperte. Ci sono i ragazzi disabili che vengono a giocare sul campo insieme a noi, ci sono le famiglie che hanno bisogno del nostro pulmino per un trasporto speciale e noi gli diamo le chiavi e prestiamo gratis il mezzo; ci sono i ragazzi che festeggiano qui i compleanni e noi gli lasciamo le chiavi del bar; c’è anche chi non ha il giardino in casa e vuole fare una grigliata all’aperto con gli amici, e noi gliela facciamo fare qui al campo, anche se magari è un genitore di un ragazzo appena arrivato e che conosciamo appena. Qui alla Nuova proviamo a fidarci, a dare le chiavi, a responsabilizzare, sapendo che poi qualche volta va bene e qualche volta va meno bene. Ma se vogliamo crescere insieme come società la parola chiave non può che essere proprio la fiducia. Credere nelle persone, condividere quello che si ha, aiutare le persone diverse a incontrarsi, e rispondere presente a inviti come quello di Non Solo Piedi Buoni”.